Sergio Scabar
Sergio Scabar (Gorizia 1946–2019) iniziò a interessarsi alla fotografia nel 1964.
Dal 1966 al 1974 partecipò a concorsi nazionali e internazionali utilizzando la fotografia principalmente a fini narrativi e di reportage. Successivamente, negli anni Ottanta, il suo lavoro subì una svolta sostanziale: la figura umana scomparve dalle sue opere e il suo interesse si concentrò sulla natura, sublimando l’aspetto materiale e concettuale. Un punto di svolta nella carriera di Scabar fu il progetto Il Teatro delle cose del 1996, che segnò l'inizio di un processo di stampa alchemico tramite sali d’argento, con la produzione di pezzi unici.
Scabar espose in numerose gallerie private e in diverse istituzioni in Italia e all’estero. Nel 2019 presentò il suo lavoro in una mostra retrospettiva intitolata Oscura Camera (1969–2018) presso Palazzo Attems Petzenstein, sede dei Musei Provinciali di Gorizia. Nel 2003 fu insignito del Premio Friuli Venezia Giulia per la Fotografia dal CRAF – Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo (Pordenone). Le sue opere fanno parte della collezione d’arte contemporanea Punto Fermo di San Vito al Tagliamento (PN), della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia presso Palazzo Attems Petzenstein, della collezione della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, della Collezione Fotografica del CRAF – Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, delle Collezioni della Galleria Pilon di Ajdovščina e dell’Associazione Culturale Colonos di Villacaccia di Lestizza (Udine). Nel 2008 pubblicò Silenzio di Luce per Punto Marte Editore e nel 2010 Cidinors’, edito dall’Associazione Culturale Colonos. Nel 2018 fu pubblicato Quello che resta da Studiofaganel con testi poetici di Giovanni Fierro. Nel 2019 espose le sue opere in una mostra antologica intitolata Oscura Camera (1969–2018) a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, curata da Guido Cecere e Alessandro Quinzi.
Nel 2023 le sue opere sono state esposte in una mostra monografica presso l’Università Bocconi di Milano, curata da Angela Madesani.
Sergio Scabar (Gorizia 1946-2019), began to take an interest in photography in 1964.
From 1966 to 1974 he took part in national and international competitions using photography mainly for the purposes of storytelling and reportage. Subsequently, in the 1980s, his work took a substantial turn, the human figure left his works and his interest focused on nature, sublimating the material and conceptual aspect.
A turning point in Scabar's career was his project Il Teatro delle cose in 1996, which marked the beginning of an alchemical printing process using silver salts to produce unique pieces.
Scabar exhibited in numerous private galleries and various institutions in Italy and abroad.
In 2019, he presented his work in a retrospective exhibition entitled Oscura Camera (1969–2018) at the Attems Petzenstein Palace, the headquarters of the Gorizia Regional Museums.
In 2003, he was awarded the Photography Prize of Friuli Venezia Giulia by the CRAF – Centre for Research and Archiving of Photographs in Spilimberg (Pordenone).
His works are in the Punto Fermo contemporary art collection in San Vito al Tagliamento (PN), the Pinacoteca collection of the Gorizia Regional Museums in the Attems Petzenstein Palace, the Collection of the Isontina State Library in Gorizia, the Photographic Collection of the CRAF – Centre for Research and Archiving of Photographs in Spilimbergo, the Collections of the Pilon Gallery in Ajdovščina and of the Colonos Cultural Association in Villacaccia di Lestizza (Udine). In 2008 he published Silenzio di Luce for Punto Marte Editore and in 2010 Cidinors’ published by Associazione Culturale Colonos. In 2018, Quello che resta was published by Studiofaganel with the poetic texts of Giovanni Fierro.
In 2019 he exhibited his works in an anthological exhibition entitled Oscura Camera (1969-2018) at Palazzo Attems Petzenstein in Gorizia, curated by Guido Cecere and Alessandro Quinzi.
In 2023 his works had been exposed in a monographic exhibitions in Università Bocconi in Milan curated by Angela Madesani.