Potenti e immediate, penetranti e dirette, le immagini sono tra i più efficaci strumenti della comunicazione contemporanea: un linguaggio universale attraverso il quale vengono continuamente veicolati significati, trasmesse emozioni, suggeriti comportamenti, indotti desideri, diffusi modelli di consumo. Combinate in flussi sempre più rapidi e pervasivi, e regolate da meccanismi di trasmissione sempre più sofisticati, esse irrorano il nostro quotidiano fino a plasmarne la realtà stessa. Da dove originano questi flussi, come funzionano, come far fronte alla potenza trascinante dei loro getti? Attorno a questi interrogativi ruota l’intera ricerca di Discipula, collettivo con base tra Londra e l’Italia, che nella mostra Stream Control Resistance presenta una selezione di opere recenti che riflettono sul tema della comunicazione pubblicitaria e della comunicazione visiva tout court.
Come molti lavori di Discipula, l’installazione inedita Efficacy Testing Stream (2015) nasce da un gesto appropriativo: uno stock di immagini di food photography acquistato su ebay viene montato come un unico flusso magmatico nel quale la sovrapposizione di livelli visivi cancella la nitidezza e dunque l’efficacia stessa delle fotografie. Create per vendere prodotti alimentari, le immagini, ormai al limite dell’illeggibilità, diventano base visiva disturbante per una voce fuori campo che, simulando le modalità dell’ipnosi, recita un lungo elenco di articoli e saggi su questioni etiche e politiche legate al cibo. Sovvertendo i meccanismi che regolano gli elementi della comunicazione pubblicitaria Discipula ne ribalta la funzione, trasformando l’installazione in un invito aperto all’informazione e al consumo consapevole di cibo, inteso come elemento culturale e politico nella vita degli esseri umani oltre che sua base materiale.
Altra opera inedita, anche The Dead Commercials (2015) è basata su immagini pre-esistenti: in particolare, l’installazione è costruita a partire da sei spezzoni di pellicola 35 mm, relativi ad altrettante pubblicità di prodotti commerciali, trovati casualmente su un marciapiede di Milano. Sottratti alla loro funzione primaria – costruire desideri per indurre al consumo – le pellicole formano sulla parete della galleria la frase “The more voices there are, the more spin there is”, tratta dallo script del film “Diary of the Dead”, col quale George A. Romero riflette sul ruolo dei media nella società attraverso i cliché del genere horror. Pronunciata dal protagonista, intento a raccogliere testimonianze su come sconfiggere l’epidemia di zombie quando ormai tutto il circuito della comunicazione mainstream è entrato in crisi, la frase allestita in galleria sembra proporre un ironico parallelo tra consumatori e morti viventi suggerendo, ancora una volta, che l’unica speranza di salvezza passa attraverso una presa di coscienza attiva e diretta delle persone comuni.
Realizzati come capitolo di un precedente lavoro (The Looking Game, 2013-2014) i Black Diagrams (2014) vengono presentati in mostra per la prima volta come opere autonome. Sebbene l’immagine sia in questo caso ridotta all’essenziale, sintetizzata in linee e punti incisi su plexiglass nero, essa è la protagonista indiscussa di questa serie di opere: i diagrammi sono infatti visualizzazioni grafiche dei meccanismi che ne regolano produzione, utilizzo e manipolazione dei significati.
A testimonianza dell’attività editoriale condotta da Discipula sin dalla sua nascita nel 2013, verrà infine presentata e distribuita in galleria una tiratura limitata di un poster prodotto in occasione della mostra.