Talking (about) Images

Talking (about) Images

da Ven, 28/09/2018 a Dom, 18/11/2018

 

Le immagini sono un linguaggio universale e condiviso, non richiedono traduzioni per esser lette da persone di paesi diversi, sembrano costituire il perfetto strumento di comunicazione globale. Ciononostante la loro interpretazione è tutto fuorché oggettiva: le immagini sono intrinsecamente ambigue. Per il loro potere persuasivo giocano un ruolo fondamentale nel sistema capitalista: sono un efficace veicolo di ideologia e il principale strumento nella battaglia per la conquista di quel territorio oggi strategico che è l’immaginario collettivo.

 

Come suggerito dal titolo, Talking (about) Images si concentra sulle immagini quale linguaggio autonomo – capace di raccontare storie, attivare ricordi, veicolare emozioni, ingannarci – ma allo stesso tempo riflette sulle potenzialità e i limiti di questo linguaggio, sulla sua interazione con altri mezzi di comunicazione, sulle responsabilità legate alla sua produzione e fruizione.

Il video di Nika Rukavina, The Illusion of Truth, è una critica all’utilizzo propagandistico delle immagini e alla passività nel recepirne il flusso. Il tema della manipolazione delle opinioni è affrontato anche nel lavoro Lemmings, di Severin Hirsch, che rivendica un uso indipendente di immagini e testi concepiti quali simboli di eguale importanza nella costruzione di una coscienza comune. Il ruolo giocato dalle memorie private e politiche nel dar forma alla cultura visiva è esplorato nel lavoro di Maryam Mohammadi, Memories Icon, nel quale due ritratti dei genitori dell’artista, scattati negli anni Settanta, sono presentati sullo sfondo di fotografie che alludono all’impatto che la Rivoluzione Islamica ha avuto sulle loro vite.

Kate Howlett-Jones e Christoph Szalay riflettono sul concetto di iconicità combinando immagini e testi, realtà e finzione: la prima, compilando un dizionario “tascabile” delle immagini più iconiche al mondo (A Pocket Dictionary of the world’s Most Iconic Photographsi) nel quale ogni voce è definita da un testo poetico risultato da un assemblaggio di commenti trovati su internet; il secondo, attraverso l’installazione It’s not your time to get your angel’s wings just yet, parte dalla storia del Titanic, e dalla sua rimessa in scena in forma di videogame, per riflettere sulla rappresentazione e sulla negoziazione del reale.

Inoltre, la mostra dà conto delle più recenti declinazioni del linguaggio visivo. Con Spelling Book. Learning from Caltech-256, Alessandro Sambini presenta i risultati di un processo di apprendimento automatico su categorie semplici. Ricordando gli abecedari dei bambini, le stampe analogiche sollevano domande sul significato di educazione e sulla responsabilità nel produrre immagini. L’immaginazione dei bambini – presumibilmente incontaminati dal bombardamento visivo cui siamo oggi sottoposti – è al centro del lavoro di Neža Knez: l’installazione Imag(in)e Ka-mi-ze è il risultato di un laboratorio che ha coinvolto un gruppo di bambini di una scuola materna nell’immaginare una macchina capace di migliorare il mondo. The Images of your Dreams dei Discipula è invece un montaggio di suoni, spezzoni di film, video e testi relativi al tema della mostra, che è stato presentato sotto forma di performance in occasione della prima inaugurazione di Talking (about) Images a Fiume. Il lavoro di The Cool Couple, Time Travel Stuff, si interroga infine sulla vita delle immagini e sulla loro sopravvivenza al di là dell’esistenza dei loro produttori e fruitori contemporanei.

 

 

Talking (about) Images è un progetto di Francesca Lazzarini e Marta Rovetta per Cultural Inventory. Reso possibile grazie al supporto da Das Land Steiermark, e con il contributo della Città di Fiume, è una collaborazione con la Galerija Kortil di Fiume, la Kunsthalle GrazMLZ Art Dep, l’Istituto Italiano di Cultura in Slovenia, l’Austrian Cultural Forum di LubianaPoiuyt e l’Associazione degli Storici dell’Arte di Fiume.