Unstable Intensities: Katharina Copony, Anaïs Horn | a cura di Francesca Lazzarini

Unstable Intensities: Katharina Copony, Anaïs Horn | a cura di Francesca Lazzarini

da Sab, 18/06/2022 a Ven, 09/09/2022

Unstable Intensities” presenta i lavori realizzati da Katharina Copony e Anaïs Horn nell'ambito di AiR Trieste, un programma di residenza diretto da Francesca Lazzarini e supportato dal Dipartimento culturale del Land Steiermark, Austria.

La regista Katharina Copony e l'artista visiva Anaïs Horn sono le  artiste in residenza selezionate dal Dipartimento Cultura del Land Steiremark, Austria, per il programma AiR Trieste 2021. Dopo aver trascorso due mesi nella città italiana tra maggio e settembre dello scorso anno, le artiste presentano ora le opere concepite durante la residenza. La mostra, intitolata Unstable Intensities”, è curata da Francesca Lazzarini e ospitata da MLZ Art Dep + Wiener Art Foundation, Trieste.

Le ricerche  di Copony e Horn sono partite da due dei luoghi più significativi di Trieste: Copony si è concentrata sul Parco San Giovanni - l'ex manicomio che, sotto la direzione di Franco Basaglia, divenne negli anni '70 l'epicentro di una radicale trasformazione della sistema di salute mentale italiano. Il lavoro di Horn si è concentrato invece sul complesso del Castello di Miramare, commissionato e abitato da Massimiliano d'Asburgo e Carlotta del Belgio. Lì, quest'ultima trascorse gli anni più difficili della sua vita, dopo la morte del consorte avvenuta nel quadro di tumulti rivoluzionari in Messico, paese di cui Massimiliano era stato da poco proclamato imperatore.

Se Copony si è immersa nell'ecologia di cura emersa dalle idee di Basaglia, producendo la video-performance the wind,  the wind in collaborazione con alcuni dei protagonisti più attivi di questa esperienza - come Radio Fragola e la compagnia teatrale Accademia della Follia, costituita da matti per professione e attori per vocazione” -, Horn ha realizzato un'installazione che - evocando lo stato mentale instabile della principessa e trasformando i tratti del castello da strumenti di ostentazione del rango e delle ambizioni della coppia in presenze inquietanti - scava nella narrativa dominante di Miramare, mettendola in discussione dall'interno.

In occasione della mostra saranno presentate la pubblicazione di Katharina Copony Chi non crede ai miracoli non è un realista (2022) e il libro Anaïs Horn, Longing Ghosts in Deep Blue Paranoia (Drama Books, Parigi, 2022).

 

Katharina Copony è una filmmaker indipendente che vive tra Vienna e Berlino. Ha studiato visual media art all’Università di Arti Applicate di Vienna, con Peter Weibel. Con un background in video art e fotografia, realizza film documentari che vengono presentati in sedi internazionale quali Arsenale - Institute for Film and Media Art di Berlino o il Anthology Film Archive di New York ma anche trasmessi in televisione. Ha ricevuto premi prestigiosi tra i quali il premio del Vienna International Film Festival e l’ARTE Documentary Film Award del Duisburg Film Festival, ed è stata premiata per il Miglior Film all’International Intangible Heritage Festival (IIFF) di Jeonju, Corea. Ha partecipato a residenze a new York, Moriya (Giappone), Roma, Londra e Sarajevo. È stata assistente alla regia e script supervisor di diversi film pluripremiati, per registe come Barbara Albert, Valeska Grisebach e Jessica Hausner. Insegna all’Università delle Arti di Berlino. Nel dicembre 2019 il Filmarchive Austria ha presentato una retrospettiva del suo lavoro. La sua filmografia include: At the Barracks (2019), Moghen Paris (2016), Player (2014), Oceanul Mare (2009), Il Palazzo (2006), Kanegra (2004) e der wackelatlas – gathering and hunting with H.C. Artmann (2001), in collaborazione con Emily Artmann.


Anaïs Horn vive tra Parigi e Vienna. Con un background in letteratura e design della comunicazione, nel 2015 si è diplomata alla Friedl Kubelka School for Fine Art Photography, Vienna e ha ricevuto diverse borse di studio e residenze, tra cui alla Cité Internationale des Arts, Parigi (2017– 2018 e 2021) e a all'ISCP New York City (2020, 2022). Nella sua pratica artistica intreccia spesso letteratura e testi a fotografia, video e disegno, esplorando momenti di intimità con particolare interesse per temi quali liminalità e formazione. Osserva le persone e i loro spazi, attraversando delicatamente i confini, aprendo al privato e rendendo l'intimità un'esperienza sensuale. Nel processo, indaga il tempo, i ricordi, la caducità, il corpo e le sue tracce, la cauta intrusione nella privacy e l'estetica della realtà e della fugacità. Il libro d'artista è un mezzo cardine della sua pratica artistica: il suo libro fotografico Fading è stato pubblicato da DCV, Berlino, nel 2021, mentre Die Hand voller Stunden, so kamst du zu mir ha accompagnato la sua mostra personale a Camera Austria, Graz. Nel 2020 i suoi libri d'artista Je suis malheureuse et heureuse e How do you feel about “Lou”? (in collaborazione con Eilert Asmervik) sono stati pubblicati da META/BOOKS, Amsterdam (metabooks.nl). Il suo libro Je suis malheureuse et heureuse è stato selezionato per il Photo-Text Book Award al festival fotografico Les rencontres d'Arles 2021 e nella selezione ufficiale dell'Oslo Fotobokfestival.

Anais Horn, Longing Ghosts in Deep Blue Paranoia, installation view
Anais Horn, from the series "Hush... Hush sweet Charlotte", 2021-2022
Anais Horn, Longing Ghosts in Deep Blue Paranoia, installation view
Anais Horn, from the series "Hush... Hush sweet Charlotte", 2021-2022
Katharina Copony, still from "the Wind the Wind", 2022
Katharina Copony, still from "the Wind the Wind", 2022
Katharina Copony, view of "Chi non crede nei miracolo non è realista", 2022
Katharina Copony, still from "the Wind the Wind", 2022